domenica 28 febbraio 2010
MICROSOFT OUTLOOK: UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO
venerdì 26 febbraio 2010
THE CHANGE - IL CAMBIAMENTO





- Odnoklassniki: ma sono in Azerbaijan. Sembra che Facebook non riesca a trovare una strategia per convincere i russi a lasciare Odnoklassniki e V Kontakte.
- Maktoob in Libia, Oman, Arabia Saudita e Yemen
- Cyworld in Corea del Sud
- Lidé in Repubblica Ceca
- Skyrock in Guadalupe e Martinica
Nella mappa non appare l’Iran perchè i dati a disposizione non sono completi a causa della situazione censoria.
Socializziamo!
mercoledì 24 febbraio 2010
THREE KINGS



lunedì 22 febbraio 2010
VERBA VOLANT, DIGITALS MANENT

Il titolo di questo post riprende il detto latino "verba volant, scripta manent" (le parole volano via, le cose scritte rimangono). L'ho adattata ai nostri giorni, l'era della rivoluzione digitale, cambiando il testo in "verba volant, digitals manent" (le parole volano via, le cose digitali rimangono). Infatti la grande rivoluzione che la digitalizzazione ha introdotto è la replicabilità dell'informazione all'infinito, senza costi aggiuntivi (praticamente nulli) e senza perdita di qualità. Queste caratteristiche hanno permesso la duplicazione di musica, video, audio, testo, software, giochi, foto ecc... Ma non tutto ciò che luccica è oro: infatti appena qualsiasi oggetto digitale è caricato in rete (quindi condiviso), esso può essere duplicato immediatamente e diffuso senza controllo. Anche se l'utente lo volesse togliere un minuto dopo che l'ha messo, c'è grande probabilità che non sia cancellato completamente, ma che una copia venga posta su qualche server nel mondo, o qualcuno ha già provveduto a copiarlo. Quindi il mio consiglio è di stare attenti a quello che si mette sul web, di qualsiasi forma si tratti (testo, audio, foto, video...), prima di trovarsi in situazioni imbarazzanti nel futuro. Quindi anche per i post di Google Buzz, rintracciabili dai motori di ricerca che stanno nascendo (leggi l'articolo Buzz invasion), abbiate cura di non pubblicare qualcosa di rischioso, che non si vuole che venga alla luce magari tra qualche anno; inoltre al giorno d'oggi ci sono molte aziende che si occupano di controllare qualsiasi informazione che l'utente mette in rete, per poi vendere i dati acquisiti ad aziende di terze parti. Oppure capita che prima di un colloquio di lavoro si venga controllati sul web, ovvero il datore di lavoro cerca informazioni sul candidato.
A questo proposito pubblico una serie di 3 video sull'argomento, campagne video di sensibilizzazione "posta con la testa" per il Safer Internet Day.
Buoni Buzz!
NON E' UN PAESE PER VECCHI ?


E' interessante notare la presenza consistente degli over 60. Ieri l'Istat ha pubblicato i dati di uso della rete tra gli over 60 dal 2005 al 2009: la crescita è dell'80%! Usano il web per inviare e ricevere posta (78% tra 60-64 anni; 75% tra 65-74 anni; 69,5% tra over 75 anni), cercare informazioni e fare shopping (rispettivamente il 66%, 62%, 54%), leggere i giornali (51,2%, 47,9%, 50,8%). Gli acquisti più effettuati sono i viaggi e le vacanze, seguiti da macchine fotografiche e fotocamere. Ci sono aziende che fiutano l'affare e mettono a disposizione di questi cyber-nonni sofware ad hoc, come "Eldy", facile da installare, utilizza caratteri grandi, integrazione della chat e della posta elettronica. Il web si evolve e diminuisce le distanze non solo di spazio ma anche di tempo; e i social network pure.
Buoni buzz!
sabato 20 febbraio 2010
THEY WANT YOU!


giovedì 18 febbraio 2010
BUZZ INVASION



SOTTO ATTACCO

Si sa che qualsiasi novità che esce sul mercato reca delle imperfezioni che devono essere modificate nel tempo, che sono probabilmente sfuggite a chi ha presentato il prodotto. Un prodotto digitale non è esente da questo tipo di problema, anzi risulta essere ancora più vulnerabile a causa della complessità del codice di programmazione con cui è costruito. Migliaia di righe di codice creano un prodotto interattivo e multifunzione, capace di interfacciarsi con altri sistemi e interagire con supporti diversi. E' il caso di Google Buzz, che a una settimana dal suo lancio mostra il tallone di Achille, il fianco scoperto che rischia di spaventare numerosi utenti in tutto il mondo. L'allarme è stato lanciato da Robert Hansen, CEO di SecTheory, un'azienda specializzata in sicurezza. Secondo Hansen, gli utenti di Google Buzz sono esposti a un rischio di phishing dei propri account, a causa di un diffuso problema di programmazione, che lascerebbe agire malintenzionati informatici ad entrare negli account privati e gestirli come farebbe il legittimo proprietario. Il bug è stato scoperto dall' hacher che si fa chiamare TrainReq, che ha comunicato a Robert Hansen via email i dettagli del problema. Google si era già adoperato a risolvere il problema, come dichiara il portavoce Jay Nancarrow, fin da ieri, aggiungendo che il bug era stato risolto in poche ore. "Siamo a conoscenza di una vulnerabilità che potrebbe interessare gli utenti di Google Buzz sui cellulari, e ora stiamo provvedendo a una correzione. Non abbiamo alcuna indicazione che la vulnerabilità abbia effettivamente prodotto abusi". Speriamo che quest'intoppo non crei sfiducia verso questo mezzo, che già parte in salita, e che l'ìultima cosa di cui ha bisogno è uno scandalo sulla violazione degli account. Naturalmente sono piovute le critiche da parte di alcuni utenti, che hanno preso la mira e sparato a raffica sul prodotto di Google. Comunque il problema sembra risolto, quindi niente paura. Teniamo presente che nei prossimi 2 anni ci saranno continui aggiornamenti; basti pensare che il servizio di posta elettronica Gmail quando è stato lanciato è rimasto in versione beta (di prova) per più di 2 anni. Ora è il migliore servizio di posta elettronica al mondo, per lo meno secondo il mio punto di vista ed esperienza.
Per finire segnalo un'importante programmino che permette l'importazione dei contatti di Twitter in Google Buzz: mi fa piacere vedere la nascita, a distanza di una settimana dall'uscita di Google Buzz, di questi programmi che interagiscono con GBuzz, perchè sono segno che il web si muove nella direzione giusta, di integrazione del nuovo strumento con quelli esistenti. Lo trovi all'indirizzo http://www.tw2buzz.com
In 3 semplici mosse i tuoi contatti verranno importati:
1. Connettiti a Twitter
2. il programma rileva in automatico i tuoi contatti che usano Google Buzz
3. Puoi scegliere quali contatti possono diventare tuoi followers e seguirti.
Buoni buzz!
mercoledì 17 febbraio 2010
IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI?



SI COMINCIA


lunedì 15 febbraio 2010
GOOGLEPEDIA SIAMO NOI


domenica 14 febbraio 2010
BUZZI O TWITTI?


sabato 13 febbraio 2010
CHI CERCA TROVA...

Quando l’ho installato sul mio cellulare ho girovagato per la mappa della terra alla ricerca di zone dove fossero pubblicati i buzz. Ho pensato che ci sono diversi milioni di utenti Gmail al mondo; ogni persona che ha avuto accesso alla propria casella di posta elettronica è stato presentato il prodotto e richiesta l’installazione. Dunque molti utenti lo staranno usando da subito. Usare Buzz sul cellulare vuol dire avere la possibilità economica e d’infrastruttura per essere connesso alla rete, e quindi che permetta di navigare nel web. Di conseguenza la maggior parte di coloro che posteranno i buzz iniziali saranno utenti che vivono in paesi all’avanguardia, con il livello di sviluppo della tecnologia avanzato e possibilità economiche soddisfacenti. Questo mix di caratteristiche mi avrebbe permesso dunque, tramite la visualizzazione dei buzz nel mondo, di vedere i luoghi della terra più sviluppati e quelli più retrogradi.
Ho cominciato quindi a navigare nella mappa del mondo alla ricerca di situazioni degne d’attenzione.Con mia grande sorpresa mi sono accorto che alcune zone del mondo erano caratterizzate dalla presenza di buzz, molte altre invece no. E’ quasi scontato sottolineare che le zone più ricche di post corrispondono ai paesi sviluppati, economicamente e tecnologicamente avanzati.
Ho preso in considerazione di effettuare la prova quando Buzz esisteva da 48 ore (ho preferito aspettare almeno due giorni per dare la possibilità a praticamente tutti gli utenti Gmail di venire a conoscenza della nascita di GoogleBuzz ed eventualmente di installarlo– stimando che si fossero collegati alla posta elettronica almeno una volta nei 2 giorni trascorsi).
I risultati sono i seguenti (Nelle immagini riportate bisogna considerare che un fumetto corrisponde ad almeno 1 buzz, e più lo zoom è lontano, più buzz corrispondono a un fumetto):
ho notato che gli Stati Uniti facevano da apripista, con un numero di buzz enorme:
Facendo un confronto di varie parti del pianeta, mi sono accorto che in uno stesso continente è presente una discrepanza numerosamente rilevante tra i numeri di buzz di alcuni stati rispetto ad altri.
Dapprima dunque mi sono soffermato sull’Europa, che appare così:
E’ interessante notare come la parte centro-occidentale sia interessata dai buzz (l’Inghilterra la fa da padrona) mentre la zona orientale è praticamente vuota. Con soddisfazione si nota che anche in Italia sono presenti, a puro titolo informativo sull'accettabile (ma ancora da far crescere) infrastruttura tecnologica su cui il paese poggia.
Mi sono quindi spostato in Africa del Nord, non rilevando buzz sulla mappa, ma notando un caso particolare: il Marocco, nazione povera e tecnologicamente retrograda, è totalmente privo di buzz. Se però si osservano le vicine isole delle Canarie, meta di turismo internazionale e di più affermata prosperità, vediamo alcune zone già interessate dal fenomeno GBuzz.
Circumnavigando l’Africa ho trovato un buzz sparso ogni centinaia di migliaia di Km (2 in Ghana, 1 in Togo, 1 in Guinea, 2 in Angola) fino a giungere al ricco e prosperoso SudAfrica, dove la concentrazione di fumetti era ovviamente più sostanziosa.
Curioso il caso della zona Afghanistan e Pakistan, dove il primo è totalmente privo di buzz mentre il secondo, non coinvolto dalla guerra recente, evidenzia un livello di sviluppo superiore.
Un altro caso interessante è quello di Israele, unico paese con fumetti buzz presenti sul territorio, in controtendenza rispetto a tutte le nazioni circostanti.
La parte orientale del mondo appariva così:
Il fenomeno che più mi ha colpito invece è stato il caso delle due Koree: la differenza tra esse è veramente netta, con una totale assenza di buzz nella parte nord, zona non sviluppata, povera e oppressa. La parte sud al contrario appare enormemente concentrata di fumetti buzz, segnale chiaro di avanzato sviluppo tecno-economico.
E’ sorprendente come questa differenza sia così marcata e rispecchi due facce dell’umanità contrapposte, due realtà che silenziosamente convivono.
Il premio per il buzz più sorprendente è quello raffigurato nell’immagine sottostante, presente in un’isoletta sperduta nell’oceano a est delle Filippine, segno che oggigiorno veramente tutto il mondo è connesso!
Bisogna quindi riflettere più che mai sull’importanza che il Web offre ad ogni abitante della terra, dandogli l’opportunità di entrare in una rete sociale online, rendendo possibile la futura rivoluzione del social networking.
Buoni buzz!
venerdì 12 febbraio 2010
BUZZ RELOADED

IDENTITA' PRIVATE?

Il titolo è un abile gioco di parole che verte sul significato ambiguo della parola "private", anticipando l'argomento trattato in questo post. Starà al lettore, alla fine dell'articolo, intendere la parola come "personali, chiuse, non accessibili" o invece come "rubate, tolte, accessibili a tutti".
La cosa che più mi ha colpito curiosando tra i buzz postati in tutto il mondo è l’elevato numero di perplessità relative al funzionamento di GBuzz. Dall’Italia all’Inghilterra, dagli Stati Uniti all’Arabia Saudita, dalla Cina al Brasile, sono numerosi i post del tipo “how does Buzz work?”, “what is Buzz?” ecc…Nonostante l’esperienza d’uso sia facile (sia nell’installazione che nell’approccio inziale) e l’utilizzo sia simile a Facebook (per lo meno per quanto riguarda la modalità di condivisione di elementi multimediali quali post, link, foto, video ecc..), anche il mio approccio di partenza con questo grandioso strumento ha incontrato alcune perplessità. Buzz introduce la rivoluzione dei post pubblici, visibili a tutto il mondo e non solo ai propri contatti di Gmail. Per far visualizzare i propri post ai soli contatti bisogna trafficare con le impostazioni nel profilo personale di Buzz.
“Chi accede per la prima volta a Google Buzz nota infatti che il sistema ha già provveduto a impostare un elenco di follower e di amici da seguire. Un portavoce di Big G ha spiegato che la lista è compilata automaticamente sulla base dei contatti con cui l’utente dialoga più di frequente, sia via mail che via chat. Peccato però che, di default, chi visiti il profilo pubblico dell’utente abbia anche la possibilità di visualizzare tutti i suoi contatti, sia quelli da lui seguiti su Buzz che quelli che lo seguono.In pratica, se non provvedete a modificare le impostazioni, chiunque può risalire alle persone con cui dialogate maggiormente tramite Gmail, semplicemente visitando la pagina del vostro profilo. Il che può essere fonte di problemi per personaggi pubblici o per dipendenti di grandi aziende, e non solo. Problemi – questi – cui si può ovviare «provvedendo a modificare a proprio piacimento la lista dei contatti durante la compilazione del profilo», tengono a sottolineare da Google. Ma i critici non accettano scuse e chiedono maggiore trasparenza e chiarezza a tutela degli utenti: perché Google non ha pensato di rendere tutto più semplice semplicemente chiedendo a ciascun nuovo utilizzatore di Buzz se davvero desidera seguire o essere seguito dalle persone suggeritegli dal sistema? Magari aggiungendo anche un avvertimento che metta in evidenza il fatto che l’universo Internet potrà venire a conoscenza di quali sono i contatti con cui si dialoga maggiormente. Perché prima di procedere con il click che autorizza la pubblicazione della lista degli amici è necessario essere consapevoli di cosa ciò comporta, sia nel caso il soggetto interessato sia una moglie infedele che quotidianamente si intrattiene per ore in chat con l’amante, sia nell’eventualità che si tratti di un dipendente che scambia mail con impiegati di un’azienda concorrente.”
Se siete come me e avete installato Buzz velocemente senza leggere termini, condizioni e spiegazioni varie, al primo post pubblicato la frittata è fatta! Tutto il mondo può vedere il vostro post, il vostro nome e cognome (se come il sottoscritto usate l’email con i dati identificativi reali), la vostra posizione sulla terra in relazione all’ora di pubblicazione del post, la vostra foto (se l’avete nel profilo – e ho notato che moltissimi ce l’hanno”).E’ a rischio il futuro della privacy? Non so, può essere. Consideriamo le recenti affermazioni di Mark Zucherberg, guru fondatore di Facebook, sul nuovo modo di concepire la privacy da parte degli utenti: “Privacy is no longer a social norm (la privacy non è più un principio sociale)”. Sarà davvero come lui afferma? E’ cambiato l’approccio che l’utente ha nei confronti di ciò che è privato? Pensiamo a Facebook: ci siamo mai chiesti le dinamiche con cui abbiamo accettato di avere a che fare nel momento in cui abbiamo aperto il nostro account? Stiamo ancora pensando “ho aperto il profilo su Facebook perché così posso trovare i miei vecchi amici che ho perso di vista nel tempo”? Oppure “almeno posso sapere le date di compleanno dei miei amici”?Ebbene, se ci si illude che gli scopi siano quelli sopracitati, non si avrebbero le motivazioni minime per tenere vivo un account nei social network. Chi si cura oggi di scrivere tenendo conto che sono centinaia le persone che leggono i nostri post su Facebook? Chi accetta un'amicizia calcolando che non nuocerà minimamente al nostro futuro online, mettendo foto non volute, pubblicando post sgraditi ecc...? Insomma, la maggior parte di utenti non possono calcolare ogni fattore in gioco che tuteli la privacy al 100%. Le dinamiche di approccio ai social network dunque sono ben più complesse. Diciamo che tutto è in continuo cambiamento. Il social network è uno strumento embrionale in continua evoluzione: credo che Google Buzz sia il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Quindi godiamocelo e vediamo come matura!
Vi invito a seguire i prossimi post, che daranno un’idea di come Buzz sia già ai suoi albori uno strumento di studio sociologico a livello mondiale.
Buoni buzz!